venerdì 29 gennaio 2016

Grazie Signor Presidente!



Anote Tong è il Presidente della Repubblica delle Kiribati. Una piccola e stupenda nazione dell'Oceania. Per questa piccola nazione i cambiamenti climatici non sono un argomento di preoccupazione o di discussione. Sono un problema enorme. E lo sono già ora. I piccoli e bassi atolli corallini che formano il territorio su cui si estende la Repubblica delle Kiribati sono già ora pesantemente colpiti dall'innalzamento del livello del mare e dai cambiamenti climatici. Parliamo di una nazione letteralmente con "l'acqua alla gola" già in questo momento. Una nazione che si interroga sulla sua stessa sopravvivenza. Eppure una nazione che ha saputo fare scelte drastiche e coraggiose per cercare di garantire un futuro degno e per cercare di preservare il più possibile questo piccolo e meraviglioso pianeta.

Per la dignità, il coraggio, la determinazione e la saggezza mostrate, ancora una volta: grazie Signor Presidente!

E buon futuro a lei e a noi tutti dal vostro affezionato Panda

P.S. - La prossima volta che i leader del mondo vorranno indire un convegno internazionale sui cambiamenti climatici sarebbe opportuno tenerlo in un posto come le Kiribati anziché a Parigi. Di certo paesi come quello del Signor Tong hanno molto più diritto di altri di parlare dei rischi dei cambiamenti climatici. Inoltre, così facendo, a chi negasse o sminuisse il problema si potrebbe semplicemente chiedere di prendere residenza lì, come segno della buona fede delle proprie affermazioni e rassicurazioni.

lunedì 18 gennaio 2016

Balasso: discorso di capodanno 2016



Buona visione e buon 2016 a tutti dal vostro affezionato Panda (e dalla sua infinita ed inscusabile coglionaggine).

giovedì 7 gennaio 2016

Un mondo in preda alla paura



David Rothkopf parla del mondo post 9/11. Un mondo ancor più folle e distruttivo di quanto già non fosse prima. Un mondo dominato, condizionato e paralizzato dalla paura.

Per quanto mi riguarda, non ho nulla contro la paura. In realtà la considero un'ottima compagna di viaggio, persino un'amica... ma un'amica difficile. Sa dare il meglio di sé solo quando viene ascoltata attentamente. Sfortunatamente però l'unica cosa che si desidera dinnanzi ad essa è fuggire e si fa una fatica tremenda ad ascoltare attentamente qualcuno mentre si fugge a gambe levate da lui. La vera nemica infatti non è la paura, ma la fuga. la paura è una tremenda avversaria di ciascuno di noi, ma il vero nemico, come sempre si nasconde in noi stessi.

Il coraggio e tutto il bene che da esso deriva e di cui si può godere è di fatto la convivenza con la paura, ossia lo stare dinanzi a lei senza  cedere alla tentazione di fuggire. Chi non prova paura è un menomato o, nella migliore delle ipotesi, uno sciocco. Non ci può essere coraggio senza paura poiché il coraggio è la capacità di affrontarla, di sopportarla e persino di ascoltarla.

Viviamo un periodo storico dove c'è un disperato bisogno di coraggio. Non solo e non tanto per le enormi sfide che ci attendono e che, inutile dirlo, un po' di paura giustamente ce la fanno. Oggi più che mai serve coraggio poiché non può esserci saggezza né vera conoscenza né vero progresso senza il coraggio. Non si può essere logici, efficaci ed efficienti senza un briciolo di coraggio e per risolvere gli enormi guai che l'umanità ha creato suo questo piccolissimo pianeta di logica, efficacia ed efficienza ne servono a palate.

Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

lunedì 4 gennaio 2016



Ci sono aspetti che rendono il lavoro un'attività soddisfacente oltre alla busta paga. Barry Schwatz suggerisce che esistono valori intangibili che vengono semplicemente e tragicamente ignorati dal attuale modo comunemente condiviso di intendere e concepire il lavoro e gli esseri umani che lo svolgono. Pensare ai lavoratori come semplici ingranaggi di una ruota è molto più che un'idea errata è un modo per creare istituzioni ed un'intera civiltà errata.


Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

sabato 2 gennaio 2016

Rivoluzione

Che senso ha invocare una Rivoluzione?

Secondo la modesta opinione del vostro affezionato Panda... proprio nessun senso!

Le Rivoluzioni, quelle vere, quelle che cambiano ogni cosa non si fanno chiedendo agli altri di farle. Si costruiscono pezzo per pezzo. Invocarle non serve a nulla. Serve farle. Serve crearle. E prima ancora serve sognarle, desiderarle, immaginarle. Serve amarle!

Tutti si rendo ormai conto, in modo consapevole od inconsapevole, che le cose a questo punto sono andate a scatafascio. Tutti intuiscono la semplice e tremenda realtà: non abbiamo pianeti su cui scappare, questo pianeta è l'unico che abbiamo, se affonda noi affonderemo con lui.

Un ottimo motivo per tentare di cambiare le cose, penserete. E invece no! Non basta. Non è mai bastato. La paura, da sola, non serve a nulla e non motiva nessuno a fare la scelta giusta. Serve di più. Serve determinazione. serve impegno. Serve amore, anzi AMORE (con tutte le lettere maiuscole e non solo quella iniziale).

Retorica? Vacue ed astratte speculazioni?

Vediamo un po': miliardi di persone lungo tutto il corso della storia hanno sognato di volare. Chi c'è riuscito? Grandi facoltà ben finanziate? Illustri dottori e i loro numerosi assistenti? I laboratori di Ricerca&Sviluppo delle grande aziende? I militari?

Eh no! Sono stati due umili meccanici di biciclette, i fratelli Wright. Due attivissimi appassionati d'alianti. Non grandi dottori. Non grandi affaristi. Grandissimi appassionati!

E chi sbloccò l'intero campo della Fisica teorica dal pantano in cui s'era arenata agli inizi del 1900? Illustri cattedratici? Attrezzati laboratori industriali o militari? 

Eh no! Fu il più famoso impiegato che un ufficio brevetti abbia mai avuto, un fino ad allora sconosciutissimo Albert Einstein che, ironia della sorte, diverrà in seguito al suo strepitoso successo l'icona per antonomasia dello scienziato e dello studioso accademico. Eppure questo genio tra i geni disse:
L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.
Meglio ancora: dopo secoli di buio, barbarie e decadenza medioevale, dove fiorì il Rinascimento? In un qualche grande centro urbano? All'interno di ricche e vasti imperi?

No! Nacque nel retro delle bottega fiorentine e crebbe all'interno dei minuscoli staterelli italiani dell'epoca. E il suo più alto ed illustre esponente, Leonardo da Vinci, ebbe a dire niente po po di meno che;
Ogni nostra cognizione, principia dai sentimenti.
Sfortunatamente, il mito romantico della Rivoluzione Francese e tanta vana retorica e propaganda hanno legato il concetto di Rivoluzione a quello di violenza. Per smontare questo assurdo si potrebbe fare un'analisi storica su vasta scala, oppure si potrebbero citare le sagge e lungimiranti analisi politiche di miti quali Mahatma Gandhi e Martin Luther King, ma io, per brevità, preferirei citare un'altra volta il buon Leonardo da Vinci:
Chi non stima la vita, non la merita.
Le vere Rivoluzioni non si impongono con l'uso della forza. Si impongono perchè sono meglio. Meglio di ciò che finiscono per spazzare via. E nel far ciò, ogni vera Rivoluzione, ha sempre dimostrato un semplice ma fondamentale concetto, ossia che la perfezione, in quanto esseri umani, non ci appartiene, ma migliorare è sempre possibile!

All'inizio di questa mia farneticazione ho sostenuto che  invocare una Rivoluzione, ossia chiedere ad altri di farla è una cosa priva di senso. L'ho detto anche poiché delegare il successo di un difficilissimo cambiamento al consenso e all'aiuto di tanti altri è un ottimo alibi per liberarsi della propria quota di responsabilità. Per dirla come l'avrebbe detta Gandhi:
Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo.
Una frase apparentemente semplice, di grande effetto e profondi significati. Una frase che è al tempo stesso un invito a non scappare, ad impegnarsi personalmente, a non attendere, a non arrendersi alle pigrizie, a non cercare altrui colpe (reali o meno) su cui scaricare la propria bile, ma anche un invito a godere del proprio orgoglio, un invito a vivere una vita piena ossia spesa per ciò che realmente ci rappresenta, a godere e gioire del meglio che c'è in noi, un invito ad osare ciò che vorremmo e a sfidare la sorte gioendo del proprio coraggio, della propria forza e della propria immaginazione. Un invito a non sentirsi sciocchi solo perchè si osa essere diversi. Un invito ad amare ciò che si fa. E, si sa, amare ciò che si fa è il miglior modo per farlo bene ed avere successo.

Se poi vi manca l'ispirazione su come dovrebbe essere la Rivoluzione di cui sentiamo così istintivamente e prepotentemente l'esigenza in questo particolarissimo periodo storico ecco qui il mio piccolo contributo. Un contributo che non ambisce a convincere nessuno, non solo per coerenza con quanto fin qua esposto, ma anche per la nuda e cruda consapevolezza che il vostro affezionato Panda non è né un Leonardo da Vinci né un Gandhi e neppure un Wright. So che molti migliori di me possono perfezionare grandemente, ampliare e rifinire il concetto e l'approccio alla Rivoluzione da me illustrata. Inoltre è irragionevole pretendere di cambiare il modo altrui d'interpretare il mondo con buone argomentazioni. Quel punto di vista s'è formato, sedimentato e calcificato in decenni di vita, d'esperienze individuali e collettive. Avere delle buone argomentazioni non può bastare. Siamo esseri umani, non computer,

Magari però qualcuno si innamorerà dell'idea abbastanza da non abbandonarla solo perchè inizialmente appare assurda (così com'è giusto che appaia all'inizio ogni idea genuinamente rivoluzionaria). Forse qualcuno poco a poco farà sua quell'intuizione. Ci giocherà, l'esplorerà, la modificherà e la migliorerà.

Per quanto mi riguarda io continuerò a provarci. Ancora ed ancora.

Perché mi piace. Perché mi ci diverto... e perché sono convito che il mondo lo meriti. Sono profondamente e sinceramente convinto che questo minuscolo e meraviglioso mondo che chiamiamo pianeta Terra meriti una possibilità. O per lo meno un onesto tentativo.

Sono sicuro che voi di certo lo meritate, quindi...

...buon futuro a tutti dal Panda.