mercoledì 27 novembre 2013

Violenza epidemica? Curiamola!



Come pensate possa concepire la violenza un epidemiologo?
Beh, poco sorprendentemente, proprio come un’epidemia.

La cosa veramente sorprendente è che Gary Slutkin, l’epidemiologo in questione (nonché l’oratore del bellissimo TED Talks qui sopra) non si è limitato a sviluppare un’affasciante teoria, ma si è organizzato con altra gente ed ha messo in pratica le tecniche a lui ben note per fermare un’epidemia applicandole però questa volta alla violenza urbana. E, cosa ancor più incredibile, i risultati non si sono fatti attendere e sembrerebbero proprio dargli ragione.

Così ora nel mondo c’è qualcos’altro che si sta diffondendo in modo epidemico… il suo metodo per fortuna!

Parlando in termini di prevenzione del crimine, per usare le stesse parole di Gary, “…penso che questa sia una buona notizia, perché ci dà l'opportunità di uscire dal Medioevo, che è dove credo sia stato questo campo.”

La buona notizia, aggiunge il vostro affezionato Panda è anche che, prevenire il crimine, è infinitamente meglio che reprimerlo poiché non occorre aspettare che vi siano delle vittime, evitando da un lato di sprecare vite che chissà cosa avrebbero potuto regalarci se non fossero state spezzate e dall’altro lato si evita anche che i criminali divengano o rimangano tali, sprecando le loro vite ed i possibili contributi positivi che avrebbero potuto fornire alla società.Aspetti utilitaristici a parte, ovviamente, la differenza più evidente tra prevenzione e repressione è un oceano d’inutile sofferenza, poiché punire un crimine dopo che è avvenuto è cosa ben diversa che evitare completamente che accada. Infine, ma non per ultimo, con la prevenzione si spezza anche quella infinita sequela di sprechi che alimenta una vera e propria economia (quella della repressione ex-post) che non ha alcun interesse ad eliminare il problema alla radice ma solo a gestirlo (lucrandoci sopra).

Per capire l’importanza del metodo di Gary (sempre usando le sue stesse parole) basta considerare che è “...la scienza, in un certo senso, che sostituisce la moralità. E spostarsi dalle emozioni come parte più importante della soluzione alla scienza come una parte più importante della soluzione”.

Non so voi, ma io mi fido più della scienza che (scusate il gioco di parole) delle emozioni “violente” che la violenza suscita.


Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

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