mercoledì 27 febbraio 2013

Il Biohacking e la singolarità sociale



Ecco per voi uno splendido video tratto da TED (con sottotitoli in italiano). Tema del filmato: il biohacking. Per chi non l'ha mai sentito nominare può sembrare qualcosa di sinistro stile terrorismo batteriologico, invece è qualcosa di etico e di bello (come spesso accade l'ignoranza non paga). La scienza e più precisamente la biologia affrontata in un ottica da comunità DIY ("Do it yourself", ossai "Fai da te").

L'interazione sociale può essere usata per qualcosa di culturalmente più stimolante e proficuo di scambiarsi opinioni e liste di film o musiche preferite. I limiti a cui una concezione di questo tipo (estesa all'intero spettro della ricerca scientifica può condurre) non sono noti. Quel che è certo è che se una tale filosofia si diffondesse i progressi tecnologici e non sarebbero incalcolabili: la creatività spesso non è affatto stimolata dal mondo del lavoro.

Esperienze come quelle di Foldit hanno già dimostrato ampiamente che approcci non-convenzionali alla ricerca scientifica e all'innovazione possono comportare grosse sorprese ed un enorme potenziale ancora tutto da scoprire. Se si vorrà giungere ad una Singolarità Tecnologica positiva, il vostro affezionato Panda crede che questa sia una strada maestra da percorrere in tutta sicurezza e...

...insieme.

Buon futuro a tutti dal Panda

2 commenti:

  1. Caro Panda,

    Ottimo post.

    Mi e molto piaciuta la tua idea di estendere l'approccio non solo alla biotecnologia ma "estesa all'intero spettro della ricerca scientifica"... e dove cio' può condurre" . L'idea di "cittadini scienziati" che collaborano liberamente e' molto interessante ed avrbbe anche dei forti benefici culturali e sulla cultura sociale....la quale potrebbe essere trasformata da vari rimbecillimenti al fare cose interessanttissime ed utilissime....ma questo mi fa pensare anche al signor Smits ed il suo lavoro nelle foreste del Borneo.....e' andato li' e piu o meno da solo ha cambiato tutto....nel primo caso si creano degli spazi-laboratori dove la gente interessata puo collaborare, nel caso di Smits il suo laboratorio e stata la foresta stessa. Queste idee hanno un potenziale enorme ma credo abbiano anche bisogno di essere appoggiate in vari modi ed in particolare all'inizio perche sono purtroppo idee abbastanza aliene a molti....molti quando vedono una foresta pensano di andare a caccia, la gente come Smits che vede di fronte a se un laboratorio ed un posto da transformare per il meglio credo siano purtroppo abbastanza pochi. Ma forse cambiando anche un po (o moltissimo) i sistemi di istruzione a livelli primari si potrebbero formare "bambini nuovi". I bambini come tutti sanno hanno una curiosita naturale enorme verso tutto la quale purtroppo viene mano mano estinta dalle fesserie degli adulti e della societa....saluti e a presto in lista...Max

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    1. Caro Max, credo che da personaggi come il signor Smits ci sia tantissimo da imparare, non solo per gli incredibili risultati ottenuti nel suo "campo", ma anche e soprattutto per il metodo adottato. Bisogna andare oltre i soliti schemi culturali ed economici. L’educazione delle nuove generazioni riveste un ruolo chiave in tutto questo. Per tutte le giustissime ragioni da te ricordate e anche per la capacità di portare certe tematiche all’interno delle proprie famiglie meglio di qualsiasi campagna di sensibilizzazione. Ci si aspetta che siano i genitori ad insegnare ai figli (e spesso è così), ma si tende a sottovalutare quante volte accade l’opposto. La speranza passa attraverso tutti, uomini e donne, bambini, giovani, adulti ed anziani, ricchi e poveri: ognuno ha un suo ruolo, una sua importanza e, quindi, la sua fetta di responsabilità. Ognuno avrebbe tanto da regalare agli altri. Il caso straordinario del signor Smits e la foresta del Borneo è straordinario solo perché l’attuale cultura, politica ed economia globale non favorisce questo genere di realtà, anzi l’ostacola pesantemente. Ciononostante quel caso esiste e anche tantissimi altri come quello: ben vengano rivoluzioni politiche, economiche e culturali, ma, nell’attesa, facciamo come il signor Smits, ossia non aspettiamole, ma anticipiamole ed incoraggiamole con il nostro stesso esempio (e persino con gli esempi altrui).

      Ciao Max!

      Buon futuro a tutti dal Panda

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