lunedì 17 dicembre 2012

Costruiremo un Singolarità Tecnologica Benevola – Parte 1

Il titolo di questo post è assai esplicito ed estremamente ambizioso, ma spero non faccia ridere o scappare nessuno. Per scongiurare tale eventualità, chiedo un po’ di pazienza ed attenzione. Giusto quanto basta per spiegare perché non c’è da ridere, né da fuggire dinnanzi ad una tale, apparentemente folle, affermazione.

Il vostro affezionato Panda premette che questo post segnerà una svolta importante per Pandemica-mente. Il blog, d’ora in poi, si focalizzerà sul tema della Singolarità Tecnologica. I motivi di questa decisione, sono maturati ormai da tempo nel cuore e nella mente del Panda. I motivi sono numerosi, coerenti con la precedente impostazione ed importanti. In effetti più che una svolta si tratta di una fioritura a cui, spero, possa seguire in un futuro non troppo lontano un frutto generoso e dolce.

Procediamo con ordine e iniziamo con la domanda fondamentale: Perché? Perché si dovrebbe voler creare una Singolarità Tecnologica benevola, al di là di facili entusiasmi o insane manie di onnipotenza? Beh, i motivi sono numerosi quanto le tante, troppe, nubi minacciose che si stanno velocemente addensando all’orizzonte di un futuro assai prossimo a noi tutti. L’andamento sempre più catastrofico dei cambiamenti climatici e l’incapacità della politica (a qualsiasi livello) non solo di porvi un freno, ma anche solo di trasmettere alla popolazione un vago sentore della gravità e dell’urgenza della situazione è di per sé stessa una sorgente rilevante di tale preoccupazione, ma sfortunatamente non è l’unica. Le questioni climatiche si sommano e si incastrano in modo tremendamente intricato con altre gravi questioni come:


- le crisi alimentari

- la crisi idrica (quella che fa preveder guerre per l’acqua dolce sempre più numerose ed estese)

- la crisi energetica del millennio (alias il picco del petrolio)

- la depletion (ossia l’esaurimento delle risorse naturali, o per lo meno di quelle di più facile estrazione)

- l’acidificazione degli oceani

- il crollo della biodiversità

- la crisi economico/finanziaria

- la corsa agli armamenti

- la sovrappopolazione

- l’emergere di tecnologie dagli sviluppi potenzialmente letali (bio e nano tecnologie, robotica, cyber war, ecc…)


La preoccupazione complessiva che deriva da questa lunga (e non esaustiva) lista di “complicazioni” globali può essere riassunta dal seguente dubbio:

- Abbiamo il tempo e le risorse necessarie per risolvere tutto questo groviglio prima di venirne travolti e devastati?

La risposta del vostro Panda è: forse sì, ma probabilmente no!

In un mondo perfetto, la risposta del Panda sarebbe: sicuramente sì!
Purtroppo però viviamo tutti sul pianeta Terra, quindi la risposta “probabilmente no” pare la più verosimile date le circostanze.

E, purtroppo, questa pare essere anche la risposta che sempre più persone informate tendono a darsi (o quanto meno a temere).

Se continuiamo come se nulla fosse (cioè come abbiamo fatto finora), le probabilità di eventi catastrofici di portata globale saranno elevatissime. I possibili esiti di tale “generico” rischio oscillano da un drastico peggioramento del tenore di vita dell’intera razza umana ad una sua estinzione, fino ad una nuova estinzione di massa o persino, nella peggiore delle ipotesi, alla morte planetaria intesa come irreparabile distruzione dell’intera biosfera. È evidente che qualsiasi opzione all’interno di questo ventaglio di possibili esiti è troppo drastico e drammatico per poter essere accettabile. Rimanere a guardare, disperandosi e lamentandosi, nella vuota attesa di ciò che ci accadrà è però altrettanto inaccettabile. Occorre agire.


Buon futuro a tutti dal Panda.

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