lunedì 19 dicembre 2011

Un'Italia a cemento zero è possibile



Essere concreti non dovrebbe significare essere privi di sogni, fantasie ed aspirazioni, anche se, purtroppo, questa è proprio la visione più comune del significato che si attribuisce al concetto di concretezza. Al di là di ipocrisie e fair play, essere concreti, nella nostra società e cultura, equivale spesso a dire essere spietati. Essere concreti, invece, dovrebbe implicare semplicemente il rimaner concentrati sulla realizzazione dei nostri sogni, anziché sull’accontentarsi di viverli nella propria immaginazione. Una sana immaginazione è un semenzaio in cui germina il nuovo. Quando diviene una cella in cui rinchiudercelo, rimane immaginazione, ma non certo sana. Anche il cemento è frutto della creatività e dell’immaginazione di qualcuno. Non esiste in natura, qualcuno l’ha sognato e poi inventato, creato e perfezionato. Anche l’uso del cemento può essere molto creativo (chi ama l’architettura lo sa). Il suo abuso, come qualsiasi altro abuso, è invece un atto distruttivo per definizione, ossia un atto che nulla ha a che fare né con l’immaginazione, né con la concretezza, ma solo con la debolezza umana.

Annegare il mondo nel cemento per ricavarne qualche soldo in più, non è essere concreti, è essere deboli, codardi, pigri, sciocchi ed imprevidenti. I dissesto idrogeologico e le bare che ha riempito lo gridano a squarciagola dinnanzi ad una nazione che ha fatto del lutto l’unica svolta culturale possibile (a stento). La logica del “vabbé, così fan tutti!” ha devastato l’Italia per decenni, annegandola sotto milioni di tonnellate di cemento privo di aspirazioni e frutto di un unico sogno: l’arricchimento facile. Così fan tutti? A parte il fatto che non è affatto vero che “così fan tutti” come i soliti sciacalli di turno ci ripetono con ossessiva monotonia dalla notte dei tempi, il fatto di essere in molti a commettere un determinato errore, dovrebbe preoccupare, anziché tranquillizzare chi lo compie. Perché? Perché le conseguenze degli errori cumulati sono sempre molto peggiori delle colpe condivise. Diciamocelo: l’ossessione umana per l’attribuzione della colpa, benché comprensibile, è un’attività per lo più inutile, fuorviante e patetica. Nessun fiume è tornato pulito scoprendo chi l’aveva inquinato, nessuna casa si è ricostruita da sola dopo aver scoperto chi l’aveva incendiata e nessuna persona è resuscitata dopo aver saputo chi l’aveva uccisa. La verità e la giustizia sono buone ed utili solo quando sono reali, ovvero quando sono volte a porre rimedio alla menzogna e all’ingiustizia. Quando invece sono comode maschere dietro cui dar libero sfogo a frustrazione, odio e rancore divengono, nei fatti, l’opposto di quel che le parole indicano: non verità, ma menzogna, non giustizia, ma ingiustizia.

C’è chi sogna un’Italia libera dal cemento? Aiutiamolo a realizzare quel suo particolare sogno. Facciamolo crescere dentro le coscienze ed i cuori degli italiani. Trasformiamo l’intuizione di uno, nel desiderio di molti e quindi nel godimento di tutti. Godere mentalmente e fisicamente dei nostri ed altrui sogni è la più bella forma di condivisione che il vostro affezionato Panda riesce ad immaginare ed augurare a tutti (italiani e non).

Buon futuro dal Panda

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