lunedì 3 ottobre 2011

Internet mon amour

Ogni sito appare come un piccolo ed insignificante frammento, un granello quasi monoatomico, se confrontato alla vastità informativa di Internet. Questo strabordio di notizie è a stento rallentato dalla frammentazione linguistica presente sulla rete. Indiani, cinesi, giapponesi, i greci, gli arabi, i russi, ecc… scrivono non solo con lessici e grammatiche differenti, ma persino con alfabeti diversi dal nostro. Internet, sarà la rete globale di cui tutti parlano, ma ciò vale per i pc, non per gli utenti. Eppure, nonostante la babele linguistica, il flusso di notizie che la rete veicola è semplicemente incredibile. Se non ci fosse nemmeno questo grave impedimento, cosa avverrebbe? Chi lo sa...

Internet, comunque, pare abbia già abbondantemente sorpassato la capacità umana di raccogliere e rielaborare informazioni: la quantità è semplicemente troppa. I media tradizionali, con i loro inserti, i loro tg e le loro rubriche non reggono il confronto. Gran parte di essi, peraltro, è già stata “fagocitata” da Internet. La dimensione di Internet è semplicemente: maggiore di qualsiasi sistema di creazione e conservazione di dati. In questo bombardamento informativo senza fine e senza possibilità di sintesi che è la rete, il rischio di perdere di vista informazioni cruciali è concreto. Appiattite e sovrastate da un oceano vociante (in cui si fa sempre più fatica a stabilire autenticità ed importanza delle singole notizie), le informazioni fondamentali possono sfuggire, od essere sottovalutate, minando così alla base la possibilità “umana” di formarsi una visione d’insieme coerente ed utile.

Un esempio concreto vale più di mille parole: tutti abbiamo sentito parlare dei cambiamenti climatici e delle rivolte dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, ma quanti di noi riuscirebbero a vederci una connessione con ciò che è avvenuto in Russia l’anno scorso?

Se la domanda vi pare assurda, provate a leggere il breve estratto del post “Riscaldamento Globale e percezione individuale” apparso ieri su Effetto Cassandra (il famoso blog di Ugo Bardi) riportato qui sotto:


Dovremo ridurre l’emissione antropica di gas climalteranti perché un segnale molto forte è venuto dalla Russia: nel 2010 è andata in fumo la produzione agricola di quasi 10 milioni di ettari! Circa un terzo della superficie territoriale italiana. Non solo; oltre alle elevate quantità di CO2 prodotte, questi estesi incendi hanno ridotto il contenuto di sostanza organica dei suoli agrari con futuri cali produttivi. Dopo pochi mesi le fasce di popolazione più povere non avevano di ché sfamarsi e così buona parte di Medio Oriente e del Nord Africa sono entrati socialmente in fibrillazione per il rapido aumento delle pance vuote.


Questo semplice passaggio, non solo può cambiare il modo di interpretare le rivolte del Nord Africa e i loro possibili sviluppi, ma anche la percezione della gravità dei cambiamenti climatici già in essere. Finché, infatti, si continua a dire che i cambiamenti climatici potrebbero portare gravi conseguenze tra venti o trent’anni, nessuno si allarma e nessuno pensa sia impellente dover ”cambiar rotta”, ma se si dice chiaramente che le conseguenze sono già ora tali da destabilizzare intere aree del globo, allora cambia tutto. Solo un'opinione di un blog? Non proprio, guardate questo articolo e la data che riporta (qui). Come recuperare gioielli informativi come questo dal mare magnum della rete? Con un po' di pazienza, di buon senso e di fortuna. Come mostrato con questo semplice esempio, si tratta di uno sforzo che vale la pena di compiere.

Esistono persino casi più eclatanti. Nel campo dell’informatica, della scienza computazionale e delle neuroscienze, ad esempio, il flusso di notizie è così intenso che, a parte poche eccezioni, le singole notizie sono quasi impossibilitate ad emergere in modo netto. Eppure, l’andamento di questi campi, ha molto da dirci sul nostro futuro. Si è spesso parlato su Pandemica-mente di Singolarità Tecnologica. Quando si parla in modo concreto di questo argomento, tuttavia, il rischio è di essere scambiati per dei pazzoidi che, avendo guardato troppe puntate di Star Trek, hanno finito per perdere la capacità di distinguere tra realtà e fantasia. La percezione degli scettici può cambiare un poco con notizie eclatanti ed ampiamente reclamizzate come il caso di Watson (il super computer dell’IBM che ha vinto ad un telequiz contro avversari umani ed ora aiuterà i medici). Tuttavia è sempre possibile per loro obiettare che la strada verso una vera intelligenza artificiale è ancora lontana, che la comprensione del linguaggio naturale, così come il gioco degli scacchi, è cosa diversa dal ragionamento umano, ecc… ecc… La percezione della possibilità di giungere ad una Singolarità Tecnologica in tempi relativamente brevi, tuttavia, muta sensibilmente se si prova a cogliere (almeno in parte) l’infinito flusso di notizie sulle innovazioni in quei campi di ricerca. Un flusso che contiene notizie come questa oppure come questa (consiglio di vedere il video) o questa o questa o questa o questa o questa o questa o questa, ecc… Sarebbe possibile cogliere anche solo parzialmente un tale sommovimento informativo senza Internet?

Si potrebbe andare avanti all'infinito con gli esempi, ma il concetto è chiaro: Internet è uno strumento sovraumano a disposizione di noi "semplici" umani. Manca ancora una coscienza diffusa delle sue sconfinate potenzialità culturali, economiche, politiche e scientifiche. Nonostante tutti i successi di Internet, purtroppo, la maggioranza delle persone tende ancora oggi a vederlo come un bizzarro spettacolo tecnologico, poco più di un “giochino” o una curiosità: divertente, ma non indispensabile. Manca una visione di insieme.

Questa mancanza però non è una colpa, non del tutto almeno. E’ anche e soprattutto una natura. La nostra. Siamo esseri limitati: non tanto da essere incapaci di costruire una cosa come Internet, ma abbastanza da non poterlo comprendere e gestire al meglio in tempi adeguati. Probabilmente le nuove generazioni, quelle che ci sono nate con la rete, faranno di meglio. Quel che possiamo fare fin da ora, invece, è tentare di comprendere Internet, senza mitizzarla né demonizzarla, ma soprattutto senza sottovalutarla. Nel bene e nel male, infatti, all'interno del suo immenso ventre si nascondono giacimenti infiniti di conoscenza, solidarietà, intelligenza e bellezza. Certo, sono diluiti in quantità esasperanti di schifezze e banalità, ma anche l'oro è una frazione infinitesimale rispetto alle rocce che lo accolgono e questo non ci ha mai fermato dal creare miniere ovunque per estrarlo. Vale la pena di giocare un po' a questa liberissima caccia al tesoro, ricordandosi sempre, alla fine, di condividere con gli altri il frutto delle nostre ricerche. A differenza dell'oro, infatti, le idee, se condivise, non si dimezzano, ma si moltiplicano. Se continueremo ad avere un futuro, il vostro Panda è sicuro che sarà anche grazie alla rete. Le nuove idee, infatti, nascono da quelle vecchie (per rifiuto, fusione, modifica o completamento) e non c’è nulla che contenga più idee, nuove o vecchie che siano, rispetto ad Internet. Quindi...


...buona navigazione e buon futuro a tutti dal Panda!

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