lunedì 19 settembre 2011

Good News pure dai... ...videogiochi?!

Ci sono moltissimi videogiochi online. Ce n'è per tutti i gusti. Foldit è uno di loro. Si tratta però di un videogame molto, molto particolare. Procediamo però con ordine. Va detto che tutto ebbe inizio nel 2005, negli Usa, quando l'Università di Washington decise di imitare/emulare il sistema di calcolo distribuito del famoso progetto http://it.wikipedia.org/wiki/SETI@home. L'Università di Washington, però , a differenza del SETI, non era interessata a decifrare eventuali messaggi di civiltà aliene, ma, più "banalmente", a comprendere le proteine. Nacque così il progetto Rosetta@home, con cui i ricercatori statunitensi chiedevano aiuto alle persone comuni permettendo a chi volesse di scaricare sul proprio pc un software che, nei momenti di inattività del computer domestico, sfruttasse il potere di calcolo inutilizzato dello stesso per tentare di determinare la forma tridimensionale di proteine ancora sconosciute. Fu un successo tale che i ricercatori statunitensi si domandarono se non fosse possibile coinvolgere le persone direttamente, utilizzando non più solo la capacità di calcolo dei loro pc, ma anche le capacità logico-spaziali dei loro proprietari. Coinvolgendo attivamente le persone nella soluzione dei puzzle strutturali delle molecole proteiche, infatti, spesso si può riuscire a risparmiare molto tempo. Per quanto elevata sia la potenza di calcolo dei pc, infatti, essi mancano totalmente del normale intuito umano. Da questa intuizione, nel 2008, è nato Foldit, un videogioco online in cui i partecipanti manipolano strutture proteiche in modo da aiutare i ricercatori a risolvere complessi quesiti scientifici. Quanto può essere utile un “giochino” alla ricerca medica? Beh, basti pensare che, in appena tre settimane di gioco, è stato risolto un rompicapo con cui i ricercatori erano alle prese da ben 15 anni!

Il Puzzle in questione riguardava una particolare classe di enzimi chiamati protesi retrovirali. Come il nome stesso fa intuire si tratta di molecole che hanno a che fare con i virus (e più in particolare con la loro replicazione e propagazione). Quegli enzimi non riguardano però dei virus qualunque, ma alcuni della stessa famiglia dell'HIV. Tutto ciò quindi aiuterà anche la ricerca contro l’AIDS! I ricercatori avevano tentato a lungo, ma inutilmente, di risolvere il mistero tramite la cristallografia a raggi X (il metodo d’indagine più comune, ma anche più lento e costoso). Il mistero aveva retto anche all’attacco dei potenti algoritmi di Rosetta@home. Ma si è sgretolato dinnanzi a un gioco collaborativo in cui persone comuni, divertendosi, hanno contribuito a far luce su un importante meccanismo biologico. Raffinando il modello ottenuto grazie ai videogiocatori, infatti, i ricercatori sono finalmente riusciti a determinare la struttura della proteina sconosciuta, la quale, inoltre, si è rivelata sensibile all’azione di farmaci antiretrovirali. Grazie a uno di quelli che una volta si chiamavano con disprezzo “giochini elettronici”, ora lo studio che descrive questo importante enzima è stato persino pubblicato su Nature Structural & Molecular Biology!

Se l’intera comunità scientifica ed i super computer falliscono, dove arriva invece rapidamente la collaborazione gratuita di persone comuni e la loro voglia di giocare, cosa è impossibile?

A ben pensare è persino meglio di così: chi l’avrebbe mai potuto dire che un progetto per tentare di intercettare messaggi alieni avrebbe fatto scuola al punto da ispirare la ricerca biologica e che i frutti di quell’ispirazione avrebbero portato un giorno, tramite il gioco ed il divertimento, ad un importante contribuito alla lotta contro l’AIDS? Quante volte si sono sentite critiche come: perchè sprecare soldi e tempo per cercare gli omini verdi?

Eh no, gli sprechi sono altri! Non certo nella ricerca scientifica e nell'innovazione!

In fondo è il bello della ricerca: si sa da dove si parte e dove si vorrebbe arrivare, ma non dove si finirà effettivamente e quindi neppure quale utilità si potrà ottenere. Al di là delle apparenze, la ricerca scientifica, la creatività, la passione e la solidarietà, sono il vero motore economico ed umano del capitalismo e chi li taglia, opprime ed ignora non sa dove vive, figuriamoci poi se sa come risolvere i nostri problemi. Servono politici più seri, ossia politici che osino mettersi in gioco (e visti i risultati in biologia…). Grazie Foldit! E grazie anche a voi che avete letto fin qui!

Buon futuro a tutti dal vostro affezionato Panda

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