martedì 10 maggio 2011

Internet non è una rete mondiale

Nonostante il giusto entusiasmo per la rete delle reti, bisogna pur sempre ricordarsi che Internet non è veramente una rete mondiale, come spesso si sente dire. Certamente i computer collegati ad Internet sono distribuiti sull’intero globo e sono collegati gli uni agli altri. Il vostro affezionato Panda non intende certo negare questa ovvia constatazione, tuttavia, ciò che è vero per i pc, non lo è affatto per le persone che navigano sulla rete. Certo, è possibile, ad esempio, che alcuni utenti italiani visitino siti cinesi, arabi, russi, ecc… affidandosi alle proprie capacità linguistiche ed è anche possibile che, di quando in quando, altri utenti facciano lo stesso affidandosi in toto od in parte a traduttori automatici. Nessun essere umano tuttavia conosce tutti gli idiomi del mondo e, presumibilmente, la stragrande maggioranza dei navigatori visita solo siti scritti nella sua lingua madre. Per quanto concerne i traduttori automatici, poi, nonostante gli innegabili passi in avanti compiuti, rimangono tuttora inaffidabili e, a volte, persino comici nello svolgere “alla meno peggio” il loro arduo compito.

Considerare Internet esclusivamente come un mezzo tecnologico, ossia una rete di computer e nulla più, significa vedere molto meno della metà di ciò che Internet è effettivamente, ossia una rete di computer e persone. Una visione tanto menomata e limitata da escludere gli utenti dal funzionamento complessivo della rete tende a crere un blocco: da un certo punto di vista non si vedono le opportunità più ghiotte che la rete potrebbe offrire e dall'altra non si colgono le sfide ed i limiti dell'attuale situazione. Una visione della Rete che comprenda anche le persone, oltre ai cavi in fibra ottica ed i computer, conduce inevitabilmente ad accorgersi che la Rete è attualmente non è veramente globale o lo è solo in una minima e risibile parte rispetto al suo complesso.

A questo punto si impone la necessità di una doverosa precisazione: constatare che Internet non sia a tutti gli effetti una rete globale, non significa affatto sminuirne l’importanza, ma, al contrario, vuol dire rilevarne l’incredibile potenziale tuttora inespresso. Tutto quello che è successo fino ad oggi, ossia tutti i record, i successi, le sorprese e le meraviglie a proposito dell’impetuoso sviluppo di Internet non è che un pallido preludio di quello che la grande rete potrebbe rapidamente divenire se solo si riuscisse a risolvere una volta per tutte il limite delle differenze linguistiche. Una rete realmente e genuinamente globale spalancherebbe su ognuno di noi un’incredibile e sconfinato universo culturale, economico e sociale composto, potenzialmente, da 7 miliardi di anime. Una tale svolta donerebbe al pianeta intero la possibilità, per la prima volta nella storia, di un’unità ed una fratellanza senza precedenti. Donerebbe inoltre la possibilità di creare un’intelligenza collettiva mai vista, con tutto ciò che ne consegue. E’ bene ricordarsi, infatti, che ciò che qualche milione di persone può fare all’interno delle proprie “anguste” reti nazionali (condizione attuale), non è nulla a confronto di quello che potrebbero generare miliardi di menti su una rete veramente globale (condizione futura). Per avere un termine di paragone storico, la cosa avrebbe esiti paragonabili all’introduzione della carta stampata: un’incredibile aumento della circolazione delle idee, per tacer della loro creazione e conservazione. La carta stampata ha generato conoscenza, benessere e sviluppo grazie alla possibilità effettiva di espandere l’intelligenza collettiva oltre i nostri limiti fisiologici (memoria e tradizione orale). Quell’accelerazione intellettiva è durata per secoli e, nonostante che per tutto quel tempo ci si sia costantemente lamentati della decadenza dei tempi, quella deflagrazione culturale non accenna neppure oggi a rallentare. Ciò detto, immaginatevi cosa potrebbe succedere passando dal torchio di Gutenberg ad un’Internet globale, in cui chiunque possa leggere e scrivere con la certezza d'essere inteso da chiunque altro.

Matematici, programmatori, linguisti e persino politici non hanno mai avuto prima una sfida tanto ardua né un traguardo tanto nobile di fronte a sé. Una sfida ardua ma non impossibile. Un traguardo elevato, ma non irraggiungibile.


In bocca al lupo, quindi, a tutti loro e a tutti noi, dal Panda.

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