mercoledì 5 gennaio 2011

Good News storiche




Ancora Good News dal vostro affezionato Panda. Anche questa volta si tratta di un video tratto da TED (ha i sottotitoli in italiano volendo). Anche questa volta si tratta di buone notizie "strutturali", cioè di buone notizie che non si riferiscono ad un singolo caso, per quanto esaltante, ma ad una tendenza storica tanto radicata quanto ignorata e sottovalutata sistematicamente. Questa tendenza di Pandemica-mente a fornire notizie positive è una strategia che va molto al di là del ottimismo nudo e crudo...

Pretendere comportamenti “virtuosi” dalle persone, facendo vedere sempre e solo i disastri provocati da ciò che non dovrebbe essere fatto, è una strategia comunicativa perdente, deprimente e demotivante. Una strategia comunicativa ampiamente percorsa da ecologisti, organizzazioni umanitarie, associazioni di volontariato ecc…  Una strategia comunicativa tollerata ed incoraggiata (non a caso) dai mass media tradizionali proprio perché fallimentare.
La speranza (quella vera ossia quella basata su fatti concreti e non sull’illusione consolatoria) è un potente motore motivazionale sia a livello sociale sia a livello personale. La speranza “concreta” spinge ad emulare comportamenti positivi, a replicarli e a diffonderli. La speranza "concreta" spinge le persone a pensare e ad agire. Tutto ciò ha molto a che fare con la spiritualità, tanto quanto con la concretezza più elementare. Non a caso (e diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare), quello che viene chiamato un “sano ottimismo” è assai più diffuso tra i più poveri anziché tra i più ricchi del pianeta. Può sembrare una contraddizione dell’animo umano, ma non è così. Il fatto è, molto brutalmente, che una persona estremamente povera se si deprime diventa un povero morto, mentre un ricco depresso diventa “solo” un consumatore (di terapie farmacologiche e parafarmacologiche, di psicoanalisi e soprattutto di shopping compulsivo).
La speranza "concreta" alimenta il “co-coraggio”, ossia quella forma di forza morale collettiva che serve ad affrontare le paure generate da quei problemi “storici” che sembravano impossibili da battere. Problemi come il “colonialismo”, la “schiavitù”, il “razzismo”, le “carestie”, le “epidemie” ecc… Figure storiche come quelle di Gandhi, Lincoln, Martin Luther King, Mandela, Pasteur e tante altre ancora, hanno dimostrato coi fatti che, quando c’è il co-coraggio (quando cioè c’è un coraggio sociale che si auto-sostiene ed auto-alimenta), i cosiddetti “problemi irrisolvibili” si risolvono, nonostante le disperate e patetiche resistenze ad oltranza della parte più potente e conservatrice della popolazione.
Ricordare ciò che funziona bene è un dovere civile al pari del dovere, ad esempio, di ricordare gli orrori dei campi di concentramento. Tali doveri sono accomunati, infatti, da un identico scopo: far progredire l’umanità e farle evitare il ripetersi di errori ed orrori di storica persistenza. Ricordare l’amarezza di tali orrori è necessario, ma non sufficiente; per progredire, occorre anche ricordare l’incredibile dolcezza del bello.

Buon progresso e tanta felicità a tutti dal Panda.

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