mercoledì 28 aprile 2010

Libertà! Libertà! Si va be’, ma di mercato.

Quello che sta capitando alla Grecia in questi giorni ha dell’incredibile. Non stupisce che le cose possano andare male. Stupisce quanto distorte possono diventare le relazioni sociali, economiche e politiche al giorno d’oggi. L’incredibile è, infatti, constatare quanto normale sia divenuto il mentire ed il far finta di credere alle varie menzogne professate apertamente e ripetutamente.
Il precedente governo greco e le grandi banche d’investimento hanno falsificato i bilanci. Le istituzioni internazionali hanno fatto finta di crederci. La Sec, la Consob (e via dicendo) hanno fatto finta di vigilare. Il mercato ha fatto finta di credere che la Sec, la Consob (ecc.) vigilassero effettivamente. Le società di rating hanno dato (e danno tuttora) giudizi d’affidabilità inventati di sana pianta ed il mercato ha fatto (e fa tuttora) finta di crederci. I politici tedeschi, pressati dalle elezioni e dall’opinione pubblica teutonica, fanno finta di essere duri ed inflessibili con la Grecia e i loro elettori fanno finta di crederci. Il Fondo Monetario Internazionale fa finta di dare aiuti e i governi ed il mercato fa finta di crederci. Tutti hanno finto e fingono, ma questa passione per i nasi lunghi da dove proviene? Sono tutti impazziti?

In poche parole: sì.

Il motivo per cui sono impazziti tutti è facile facile: sono i SOLDI. L’iper-speculazione e l’iper-consumismo hanno reso molto facile, nonché perfettamente legale, il sottrarre soldi a “qualcuno”, ossia abbiamo completamente sdoganato il rubare, o meglio il truffare, come attività lecita a livello globale. Certo, se vi sorprendono a mettervi in tasca una scatoletta di tonno al supermercato sono ancora guai, ma se rubate sfacciatamente i risparmi di una vita a milioni di persone allora non c'è problema. Quando le cifre sono nell'ordine delle centinaia di miliardi di euro, infatti non viene neppura richiesta un'indagine, si accetta il fatto come se fosse passato un uragano: è capitato e basta. Come se i soldi si fossero bruciati. L'opzione di provare a riprenderseli in dietro non è neppure contemplata. Il fatto poi che la gente comune si allinei istantaneamente a questo modo di vedere le cose denota una propensione al furto e all'accettazione del furto patologicamente estesa in tutto il mondo. Vista l’incredibile portata del fenomeno, pare proprio che il vecchio adagio “l’occasione fa l’uomo ladro” sia un proverbio azzeccatissimo fino al limite della profezia.

Col passare del tempo questo malcostume si è espanso e radicato al punto da causare vero e proprio cinismo di massa. Anche la solidarietà è divenuta una finzione: gli “aiuti internazionali al terzo mondo” sono quasi esclusivamente generose elargizioni alle “povere” multinazionali del primo mondo. I governi che decidono gli aiuti fanno finta di non saperlo e i loro elettori pure. A livello mondiale si è diffuso capillarmente una cultura del “rubare e fregarsene”, (finché non si viene derubati a propria volta ovviamente).

Siamo sempre più vicini ad un baratro spaventoso generato da questo atteggiamento. Un baratro rappresentato dall’estremizzazione delle classi sociali (i ricchi sempre più ricchi e rari, i poveri sempre più poveri e numerosi), dall’inquinamento su scala planetaria e dal depauperamento delle risorse mondiali (mi riferisco ai terreni coltivabili, all’acqua potabile, al pescato ed ai minerali - in generale - ed al petrolio a buon mercato - in particolare).

Questa cultura subumana del "mentire-e-lasciar-mentire-per-rubare-tutti-a-più-non-posso" rende possibile l'attuale stato delle cose: l’umanità intera, pur essendo consapevole di trovarsi alle soglie di un catastrofico declino di risorse naturali, sperpera cocciutamente tutto il tempo e tutte le risorse rimanenti nell’iper-consumo autodistruttivo e nella più selvaggia e demenziale speculazione finanziaria. L’umanità sta facendo tutto ciò come se non ci fosse un domani. E, in questo modo, forse davvero non ci sarà.

La soluzione a questo pandemonio è riappropriarsi del buon senso e, con esso, dei soldi sottratti, quindi delle risorse ed infine anche del futuro. Invece di salvare le grandi banche e le multinazionali STATALIZZIAMOLE. Esigiamo i loro profitti ed il loro capitale come risarcimento minimo dovuto per questo sfacelo. Non sto parlando di nazionalizzazione, non intendo dire che i governi dovrebbero comprarsele (comunque non avrebbero abbastanza fondi). Sto parlando di confiscare ciò che è stato accumulato con frodi sistemiche e malafede. Nessuna rivoluzione, nessuna violenza, nessuna multa, nessun processo spettacolare, nessuna condanna “esemplare”, ma nemmeno nessun aiuto economico: solo confische!

Facciamo che siano i finanzieri ed i banchieri a dover scendere in piazza per aver perso il lavoro e a dover pateticamente invocare la libertà come dei sessantottini infumanati: Libertà! Libertà! Si va be’, ma di mercato.

Saluti dal Panda.

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